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Antiriciclaggio: pagamento di un immobile in bitcoin
Fri Mar 23 09:41:00 CET 2018
Antiriciclaggio: pagamento di un immobile in bitcoin
L'acquisto di un immobile pagato in bitcoin suggerisce una segnalazione antiriciclaggio.
Il Notariato, con la risposta al quesito posto da un professionista, prende posizione sul delicato tema della
definizione delle criptovalute
e, soprattutto, su quello ancora più sensibile della
tracciabilità dei pagamenti
in bitcoin.
Il bitcoin non è emesso da una banca centrale, non è generalmente accettato come mezzo di pagamento, è insicuro dal momento che gli utenti non ricevono protezione e il valore può oscillare vertiginosamente anche in un arco temporale molto breve.
C'è poi il tema informatico: nell'ambiente virtuale
l'identificazione
è una mera verifica di credenziali, criticità che ai fini della normativa antiriciclaggio non è di poco conto, considerando poi che l'anonimato è la cifra intrinseca della stessa tecnologia adottata, cioè il blockchain.
Nell'ambiente criptovalutario neppure l'autore del pagamento può identificare il destinatario nel gioco di incastro tra password pubblica e quella privata.
L'operazione in bitcoin proviene da un conto, che l'acquirente dichiara essere proprio, a un altro conto del quale, parimenti, il venditore asserisce la titolarità. Ma il tutto senza che possa esservi il benché minimo riscontro della veridicità di tali dichiarazioni.
A far propendere per il comportamento professionale prudenziale è, quindi, il sostanziale anonimato dell'operazione e l'effettiva impossibilità di identificare il beneficiario della transazione.
Per questi motivi, per il Consiglio Nazionale il pagamento in criptovalute va segnalato all'Unità di Informazione Finanziaria (UIF).
Quesito Antiriciclaggio n. 3-2018/B
Consiglio Nazionale del Notariato
Di cosa parliamo quando parliamo di… criptovalute
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